Le sveglie all’alba per chi pratica kendo non sono più un problema da molto tempo. Ma per questo fine settimana trascorso ci possiamo considerare fortunati, meta del nostro pellegrinaggio kendokistico infatti era una città a noi vicina, Gradara, per lo Stage dell’Adriatico.
Stage e non Trofeo, ebbene si, per quest’anno i nostri amici dell’Ikedenshin hanno deciso di mettere da parte il lato più agonistico dell’evento (qui la nostra partecipazione all’ultimo trofeo) per dare spazio allo studio per uno shiai più corretto e consapevole. Sfortuna vuole che perdiamo la prima giornata dell’evento, quella di sabato che ha visto un seminario di tecniche di Do condotto dal M. Stefano Betti, e lo studio del shiai-geiko diretto dal M. Tommaso Boscarol.
La giornata di domenica è comunque stata interessante e fruttuosa, dalle 10:00 alle 12:30 infatti abbiamo partecipato a un seminario su tecniche di men condotto da M. Salvatore Bellisai.
Bellisai ha iniziato spiegandoci come fare okuri ashi concentrandoci sulla gamba sinistra che deve spingere mandando così avanti il piede destro e chiudendo poi subito il movimento (usando cioè un unico tempo e non spezzato in due).
A seguire ci ha fatto fare dei men con caricamento ampio (come lo jogeburi) puntando l’attenzione al fatto che con il caricamento ampio il corpo non si sposti all’indietro (rendendo impossibile la spinta necessaria per colpire), ma anzi si dovrebbe essere protesi leggermente in avanti.
Altro elemento sul quale il M. Bellisai si è particolarmente concentrato è stato quello del corretto fumikomi ashi sul kote men, con la sinistra che spinge e chiude velocemente durante il kote in modo da avere la spinta necessaria per eseguire il men successivo.
Ma non dimentichiamoci di una cosa, questo stage è stato per noi in particolar modo “importante” anche per la partecipazione di una nuova nostra recluta, Alessandro di Gioacchino, che senza alcun timore si è messo il bogu e per la prima volta buttandosi nella mischia!
Cogliamo l’occasione quindi anche per dare il benvenuto a lui nel nostro dojo!
ps: al termine, la stanchezza dipinta nei nostri visi è garanzia dell’impegno profuso!
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